Quante volte hai sentito dire “Ah, ma allora giochi in borsa?”. La verità è che il trading non ha nulla a che fare con il gioco: è strategia, disciplina e gestione del rischio. Se lo affronti con leggerezza, il mercato ti darà presto una lezione. Parole come “gioco” creano una percezione distorta, portando molti a confonderlo con il caso o la fortuna. Ma il trader non scommette: analizza, calcola e decide con consapevolezza.
NO, non gioco in borsa – e sarebbe meglio non lo facessi neanche tu

Questa è una delle domande solite che si sente porre chi fa trading: “Ah, ma allora tu giochi in borsa?”
Amici, parenti e chiunque sia lontano dal settore, non ha idea di cosa implichi fare tutto il lavoro mastodontico di conoscenza, di esperienza, di addestramento che c’è dietro a quell’apparentemente banale clic sul mouse.
Il trading è tutto, fuorché un gioco.
Questa distinzione è fondamentale, sia dal punto di vista pratico che culturale.
Partiamo dal lessico: le parole che usiamo per definire la realtà che ci circonda creano la nostra realtà percepita che, a causa del re degli autoinganni, non crediamo essere una verità assoluta.
Se ci riferiamo a un’attività professionale come se fosse un hobby, siamo già fuori strada – e non passerà molto tempo prima che l’evidenza dei fatti, quella contro la quale le nostre opinioni personali valgono ben poco, per non dire nulla, ce lo dimostrerà in tutta la sua franchezza e ci impedirà di fatto di continuare a giocare.
La parola "gioco" porta con sé un'idea di leggerezza, di divertimento e di esplorazione; è un’attività spontanea, volontaria e intrinsecamente motivata con cui familiarizziamo fin da quando siamo bambini.
Per i bambini il gioco è essenziale per lo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo. Attraverso il gioco simulano ruoli sociali, sviluppano creatività e risolvono problemi.
Per gli adulti il gioco assume spesso la forma di hobby o di attività creative, utili per ridurre lo stress e migliorare il benessere mentale - in alcuni casi può intrecciarsi con la professione.
Considerare il trading un gioco, oltre ad essere concettualmente sbagliato, è molto pericoloso.

Il trading si può confondere con un gioco perché alcune delle caratteristiche sopracitate possono creare fraintendimenti, alimentati da scarsa conoscenza, pressioni esterne e aspetti culturali irrigiditi che abbiamo introiettato come se fossero quasi dei dogma.
- Motivazione e finalità: se fai trading per “ammazzare il tempo”, il tempo ammazzerà il tuo portafoglio – oltre che la tua serenità e autostima. Se invece fai trading perché vuoi farlo diventare la tua attività primaria da cui trarre sostentamento economico per te e la tua famiglia, in aggiunta o in alternativa ad altre tue entrate, allora c’è poco da giocare, dovrai settarti mentalmente e a livello organizzativo in modo da tenere traccia nero su bianco dei tuoi progressi, così da aggiustare il tiro quando necessario.
- Regole: solo perché nel trading non devi timbrare un cartellino o chiedere le ferie al tuo superiore, non significa che non ci siano regole da rispettare, anzi, proprio perché non sono scritte e non sono imposte dall’esterno, sarà responsabilità tua coltivare la disciplina necessaria e la tua autorità interna per rispettare le regole del mercato, che tra l’altro sono insindacabili e contro le quali non puoi appellarti in alcun modo. La libertà dai vincoli tradizionali richiede un livello molto maggiore di responsabilità individuale.
- Conseguenze: se perdi una partita a monopoli o a briscola, non succede niente. Se invece azzeri il conto, a quali conseguenze andresti incontro?
Poi ci sono i giocatori professionisti: pensiamo agli scacchi, al poker e ai giochi di abilità (non di azzardo!) – sono tutte persone che hanno saputo integrare in maniera ottimale le loro doti cognitive con quelle emotive, per arrivare a livelli altissimi di lucidità e autocontrollo che riescono a mantenere anche in situazioni di forte stress.
Investire in borsa richiede un approccio strategico che non si può improvvisare.
Il trader professionista non è uno che scommette rosso o nero su un evento futuro e poi incrocia le dita, non ha niente a che vedere con l’immagine che ci arriva dal cinema, strumentalizzata e portata all’eccesso per esigenze di audience, e non ha niente a che fare neanche con i messaggi fuorvianti che provengono dall’industria del marketing finanziario, in cui sembra che sia tutto facile e alla portata di tutti.
Il trader prima di tutto è un gestore del rischio - in seconda battuta si specializzerà in uno strumento piuttosto che in un altro, in una strategia piuttosto che in un’altra, ma prima di tutto è un gestore del rischio, cioè è l’esatto contrario dell’azzardo.
L’associazione erronea trading-gioco ha conseguenze negative sia individuali che collettive.
- a livello personale, molti che sono caduti in questa trappola evitano di investire per paura di “perdere tutto” e questo li porta a non fare assolutamente nulla, senza neanche rendersi conto che così facendo hanno la certezza, non il rischio, di perdere, non fosse altro che a causa dell’inflazione.
- a livello culturale, prevalgono pregiudizi che di fatto sminuiscono il ruolo fondamentale dei mercati finanziari nell’economia, necessari invece per finanziare imprese, innovare e progredire, non certo per puntare sul rosso o nero.
Non è una novità che siamo un paese con un bassissimo livello di alfabetizzazione finanziaria e che le scuole dovrebbero intervenire fin dalla primaria. Ma il sistema protegge il suo stesso equilibrio con delle resistenze rigidissime su cui possiamo fare ben poco.
Quello che possiamo cominciare a fare fin da subito, essendo sotto il nostro controllo e sotto la nostra responsabilità, è fortificarci per essere meno vulnerabili e più sicuri nell’affrontare le decisioni che quotidianamente siamo chiamati a prendere negli investimenti, e non solo.
Tornando alla domanda di apertura, investire in borsa non è un gioco, ma è un mezzo potente per costruire un futuro finanziario solido.
Allo stesso modo il coaching finanziario non è “parlare per parlare”, ma è un mezzo altrettanto potente per addestrare la mentalità necessaria per investire “cum grano salis”, senza tirare a caso.
“"Il gioco d'azzardo si basa sulla fortuna, il trading sulla disciplina.
La differenza? Nel primo speri, nel secondo gestisci il rischio."